sabato 26 febbraio 2011

Grande famiglia

Il mio primo post istanbuliota avrebbe dovuto riguardare le bellezze della città, con tanto di foto della Moschea blu o di Aya Sofya, invece no. A volte ci sono cose più importanti, perfino nella "città delle città".
Necmettin, 40 anni e 2 figli, da due anni è costretto a lavorare in una città che non gli appartiene, e che abbandona solo due volte all'anno per far visita alla sua famiglia. Neci è forse la persona più gentile e altruista che conosca, il suo conto bancario è in rosso, ma non permette mai che paghi tutto io o che sparecchi il tavolo. Per lui sono un ospite, e l'ospite è sacro.
E' bello riuscire a trovare tracce di una perdutà solidarietà umana in un mondo che si fa sempre più individualista. Ci hanno fatto crescere con l'idea che dovevamo studiare per essere i più bravi, che dovevamo impegnarci in tutto per battere i nostri avversari, che gli altri un giorno ci avrebbero invidiato. Siamo cresciuti nel mezzo di un'infinita competizione. Non voglio essere il più bravo, non voglio essere invidiato e non voglio battere nessuno. Ognuno di noi dovrebbe dedicare il proprio tempo ad insegnare agli altri il poco che sa, dovrebbe crescere con l'idea che si apprende non per diventare i più bravi, ma per diventare persone migliori.


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